Vieni – e la notte prende segreti dai tuoi capelli
dormi –  e pensi che l’amore abbia paura.

Io dico che la gioia spezzi il matrimonio – e tu vieni.
Versiamo silenzio sul sudore.

Venga il letto di fumo sul ventre,
come un drago di febbre e di fame.

Scenda il tuo seno – ed il giorno prenda segreti dai tuoi capelli

🔴  ancona, febbraio 2025

Quando un poco s’aprì la bocca sua
(nel baciar dolce, un circo di parole) la pace anche s’aprì.

Con eserciti nudi ed ogni idea d’amore
e di serpi. E di volti noti di serpi.

Poggiatomi di spalle,
nel sorridere m’infilai:
la bocca di porcellana fiammeggiante
vulcano di rose di perla.

Di concedere il giorno adorni,
di assenza,
di larghezza

🔴  ancona, febbraio 2025

Essere un dilettante umano in mezzo a quelli altri,
io che indosso guanti per scrivere di me:

ed ogni batterio evitato riposa sull’altare d’ogni riga santa
tra i conti degli ultimi s’annida amando brillantemente
e brillantemente aspirando a le nude mani delle 19.00

🔴  ancona, febbraio 2025

Nella bara di cotone che tu con me
raramente abiti –

coi tuoi denti ritti in piedi e tra i fastidi delle stanze –
ho fame di questo avere:

questo

avere.

È volato profondamente in gola,
la tua guerriera gola

🔴  ancona, novembre 2024

Visitatori,
belve di uno ed uno solo

Provai ad avere occhi di carta e l’altare, ora,
era vispo ma chiuso

Preferisco, piano, staccarmi io!
Scrostar la pelle ed appoggiarla in viso, piano.

S’arrossi il cielo
e da pezzi di tagli, dalla gabbia più vera che ho,
restiate fuori. Al sicuro.

Volli gli organi degli anni,
mi ritiro
e rimarrà uno scherzo tutto ossa e vita.

Tenetevi stretto il caro presente
nulla esiste senza zanne

🔴  marrakech , maggio 2023

Sei stato tradito.

Ora infili le corde di ore
nel tuo petto nuvoloso,
conti le ire.
La mezzanotte è fertile;
non riposerai più

Fece un drappo d’amore e lo poggiò su di un altra,
che succede?

La morte d’amare sdraiata,
s’accoccola all’ombra del mio vegliare

🔴  ancona, maggio 2024

Fingerò di non esistere
per vestirti con amore

le mie dita raschiano una moneta,
maschero di freddo le idee.

Il vino parlerà con le distanze,
osservo una talea delle mie gambe

🔴  ancona, maggio 2024

Quando non ci sei
io sono un albero
senza abito da sera:
tocco il cuscino con la mano
ed una lacrima scorre dal ramo mio zittito
ai muscoli del collo

Quando non ci sei tu
la mia solitudine è schiva
non introduce l’autunno
nelle caffetterie
e
non apre il burro con cura.

La mattina non
produce gesti lenti
ed è esausta
di se stessa

🔴  ancona, novembre 2023

A volte siedo in un bar
e cerco di scrivere.
A volte le tue gambe
mi salutano nell’aria fresca e

l’aria fresca mi ricorda il manicomio. Io

aspetto che le tue gambe
portino muscoli
ai miei guanti. Altre volte

attendo che il sole
superi gli alberi che ho di fronte. O

aspetto che le tue gambe
mi invitino ad uscire.

A volte
solo piango
e tu arrivi.
Le tue gambe sorridono
ed il sole supera gli alberi

Io mi siedo
e piango

🔴  ancona, novembre 2023

Io non so
se possiamo continuare così
io vorrei poteste vedere
le cose che cerco:
tutto piange
se scovato

Ma sarebbe forse il caso rimanessimo in pochi, noi?
I minatori di nuvole
non facciano figli,

non facciamo l’amore! E
dunque?

Vivere in una stanza di carne:
amare è l’unica alternativa
all’affitto

🔴  ancona, novembre 2023

Oggi il mio amico,
il sole che illumina monti e mari arcaici,
piccoli pani ripieni
dei postumi di un uomo ed una donna, e
l’acrobazia che ripongo
sulla tua cura
per la mia quiete:
mi rendono grinzoso e felice,
come un piccolo lago
di fumi
cerebrali. T’amo io dico!

🔴  ancona, novembre 2023

Non scrivo più!
non c’è più tempo. Perché sto facendo sabbiature
di un’anima nuova,
quest’anima equina, marrone, grigia
prima che la incatenassi alla muratura del mio futuro

L’anima è noce del viso
e cammina bellamente priva di voce, ed
indicibile
lungo la mia spiaggia
lungo la nostra spiaggia preferita

Notai prima d’ogni altra cosa,
di quest’anima,
il cuore ed il sedere abbandonati
a crepare in galera:
ma lei rideva e rideva
e ridendo,
prima che la incatenassi alla muratura del mio futuro,
mi pose la caviglia.
In bilico sull’uscio d’altri uomini, si,
con speranza da quercia
un sorriso: litro di vino,
sana lacrima crocifissa

Le misi, dunque,
una catena d’ossa del passato
e ci amammo si,
così ci amammo,
ci amammo
in tutta la maniera
ci amammo
con garbo,
scompostezza
ci amammo su balconi nel buio
è tutto vero, questa rabbia,
questo mare,
questa fiammella che lei porta,
in fronte,
confida nei morti

🔴  ancona, novembre 2023

che tristezza questa stanza
che buia e scura
fuori c’è il cinema
velato d’eleganza,
l’oriente è fuori

che tristezza queste mura
d’un giallo dove annaspano
gli scarafaggi.
Ci provammo
io e gli scarafaggi

oggi, è un in giorno in cui
non lascerò trasportare da altri,
le mie feci attraverso il paradiso

Io le porterò!
Come questo triste giorno muovo
dal posacenere
al calendario dipinto.
D’attesa e di luce

Gesù Cristo di stoffa,
stracciato!
Che perde acqua minerale
sopra il muro del bagno.. che stanza.
Sia lode alla tristezza!
Esco di casa ed ecco la fede
carnosa
s’incammina divo del passato
ma più bello
evviva.
Ballammo al biliardo e lui sorrise crepe d’aria
su di me
verso se
tutt’attorno.
Credo ancora,
più di prima
lunga fine alla tristezza

🔴  ancona, luglio 2023

Quando un giorno sparirò
avrò elmo e penna rosea gettati,
del mio sterno interrotto,

dove le guerre sul letto del cuore
guardano distante;
nel petto
degli amati,
la fuga
dell’eroe di latte.

Abito
fra le ali di una mosca

🔴  ancona, luglio 2023

Passeggio di piccola danza,
è notte fonda, l’alba della luna
celata – d’oscura carta di nube,
illumina i passi, penso:
ridò l’assenza del mare!

Sulla sabbia, ogni parte di creato
lascia di se stessa
una traccia di sterminio
sul creato stesso..
“Cervellotico e chimico!”

Balliamo, dunque!
Balliamo su battaglie campali
di prossimi trascorsi:
“Cervellotico e fisico!”

Riposiamo ora,
vecchie coppie eleganti
passano,
passano via, pattinando come pesci:
mi rattristano, li vedo felici e arresi.
Quanto tempo avranno sprecato
gridando
e quanto ne rimane loro, così soavemente pattinando su tenere battute,su risolini adagio, adagio?

Su macchine
custodite insieme,
come, oggi, marchingegni eterni nuziali e,
ieri,
passioni pallide,
sedute sul tramonto

Riposare
ora,
pensando alla traccia di seno e di coscia che merito,
dolce,
gelata alba a ponente

🔴 marocco , maggio 2023

Arrotolai una rosa bianca
per te
fiore di cacao.

La arrotolai e
graffiai sui petali
la speranza
di un solitario ghigno.

La speranza, io, lasciavo
riposare in tenda.

L’arrotolai e lasciai,
sul tuo chicco
insospettato.

E così, stringendo la mia mano
con occhiata piccola di guerra,
dicesti: patto!.

L’indomani venne il tuo corpo
affossato

e mi lasciasti seduto
nel campo pallido,
incolto e
sterminato
del due
mai nato

🔴 marocco , maggio 2023

Sconosciuta e bella,
come un cieco in bicicletta
ti predan le pupille
al mare

fra le righe
bionde e
i fili
neri
dei capelli,
scorrono le vocali
di questi sguardi banditi.

Poche lettere, a spiegare
le geometrie del desiderio.
A strigliare occhi,
questi nostri occhi.

Occhi
come gatti
di porti arabi:
aggressivi
ed arretranti

Si,
Si
noi uomini temiamo
o vogliamo
esser visti
dalla leonessa truccata
d’acqua

🔴 ancona, luglio 2023

Misticare il tempo di un anima
a letto,

posso scrivere di alcune notti in bagno
ma non di essermi lavato i denti dentro te

non pulisco la bocca
o le spine
da tempo

Dove sono finite le conchiglie?
Giacciono su ventenni gialli.

Accendo sigarette,
sono un maestro di mani.

Quando ti troverò
in pochi giorni
ti coprirò di poesie calde
ed in pochi giorni
sverserai tutto il nostro oro
sul pavimento
e mi chiederai di pulirlo,
ed io trascinerò la lingua dalla luna
al suolo
rugginoso
e tornerò in bagno ad aspettare
che tu finisca di vomitare affetto.

Ora dimmi:
le prime notti,
sono le uniche,
macchiate di acido gastrico
stellare

avresti dovuto saperlo

Ora prendi il mio
fluido
e ricordalo,
per tornare al primo appuntamento
di tutto,
dove il sesso ed il sole
fanno l’amore in terrazzo

🔴 agadir , aprile 2023

Mi metto contro l’amore
ne riempio un bicchiere goccia a goccia
e poi
mi metto contro l’amore,
lo rovescio!
(trancio quel bicchiere
con ripugnanza)
sulle sue mani di pesco.
Mi metto contro l’amore
ne riempio un bicchiere goccia a goccia

Spingo l’amore spalla a spalla
al terrore robusto:
gli sputo nella faccia,
spingo l’amore spalla a spalla
con i miei rami
di vuoto
Spingo l’amore spalla a spalla
al terrore robusto

Separo l’amore di strada
quando sorride nei vicoli,
mi metto contro l’amore!
separo l’amore di strada
che s’ama tra le mani
dell’altro.
(Quell’altro
è un traditore addormentato!)
Mi metto contro l’amore
separo l’amore di strada..

Spezzo le caviglie dell’amore
e le sue mani,
e mi preparo alla sconfitta.
Spezzo le caviglie dell’amore
e l’anima, il colore rosso,
e mi preparo alla sconfitta.
Spezzo le caviglie dell’amore
e le sue mani.

🔴 ancona , marzo 2023

La prima mattina,
al nostro abbraccio,
piansero un poco le mura di casa tua,
Poi mi dicesti
“Non scrivere più
di voler fare l’amore”

La mattina seguente,
su quel molo pieno di onde di gomma, invernali,
sorgive,
(sotto casa tua)
fingesti d’entrare nella mia giornata, dicendo che
guardarmi
fosse un pericolo estivo

ecco tutto ciò che sei, e poi:
nascondino giocoso col mio ventre.
Mi detti un bacio grigio
scuotendo le anche,
sotto casa tua,
dove il cielo piega il capo
per non fissare la mia attesa,

diga d’amore.
Ah
Ah
Ah
Ah
Mi sciogliesti
per
inscatolarmi

🔴 ancona , marzo 2023

Noi avvolgevamo le nostre camminate
nel silenzio
e nelle risa
e nella solitudine

Insieme abbiamo appeso alle mura delle nostre case
il non far nulla,
dove tutti potessero osservarlo, celebrarlo,
ma non
portarlo via

Tu ciondolavi d’arancio per me,
ed io attendevo la tua dolcezza,
così facendo,
così fedeli,

tracciammo coi piedi
il corredo dell’anima.

Per gli altri, non per noi.
Per noi continuammo a camminare e camminare,
come due gemelli
di tramonto distante

🔴 ancona , marzo 2023

La pioggia conosce alcune cose,
sa cosa voglio dire;
un modesto carcerato fra le nubi
ha mestiere della luce e del rumore:

questa pioggia conosce i colori.
Il mio sguardo trova piccoli tuoni in
ogni goccia; “ogni goccia torcendo un centimetro, cade a terra
e si spezza in un cono”, no?

Sembra che tu conosca
il sentiero dei pensieri
che cadono,
verso
il cielo.
Si incollano al cielo a calci,
ma non per andare, no,
ma per far notare il loro spessore.
Già tornano indietro,
sia mai che un pensiero
regali
l’ascesa
al paradiso delle idee.

Piove, penso, guardo:
lascio il mio pulpito!

🔴 ancona , marzo 2023

Non voglio averti con tutta fretta,
prima vorrei vedere il lago nel mezzo del tuo petto
ed i fantasiosi cerchi
di labbro, io..
non sono pratico dei discorsi degli déi
di “ieri notte”.

Vorrei bere col naso
la via di latte che ricircola imperterrita
fra i tuoi seni.

E che dire dell’oscurità che si fa sempre più morbidamente inzuppata di noi
l’oscurità che suona la tromba,
l’adorabile oscurità,
che insicuro mostro me stesso, sono..

ma, ma, ma, e, e, e

Ora si, ora si;
tunicata d’attesa
verde vermiglio ti strugge
e le felci rampicanti da principessa
passando dall’occhio, schiudono il sorriso.

Ora si
attendiamo l’alba leggendo e rileggendo questa poesia e
io mi dilungo
nel morsicare i ricami del tuo polpaccio.
Ora si,
scassiamo ogni rigo di piuma

All’alba, dunque, è tutto due volte fatto
e
risospinto da erezioni invernali
il mio capo veleggia sull’atlante
veglia d’alba luminosa, insieme; mia notte
preferita

🔴 ancona , marzo 2023

Oggi ho visto finalmente,
una piccola regina.

Stavi su un rialzo,
vestita a festa,
a massacrare di gioia le alleate.
Avevi le mani dipinte di rosso,
con le mani a cerchio
le contenevi, le alleate, e
fumavi via, con eleganza, la bellezza dalle dita.
E il sole ti arroventava

Che energia, unica e sola e milionaria,
che schiena sontuosa e musicale
che sguardo solerte
che ginocchia tumultuose
che occhi, fessure per fucili d’aquila.

Un angelo sceso in terra,
vedendoti,
fuggì
a cercare una giacca di pelle
da indossare per te.

Quanti anni devo aspettare,
per ricevere
il tempo
in cui decadrai
alle mie battaglie tranquille?

Non sopporto la mia natura pacifica
perché tu sei una guerriera,
io ho le tende a casa.
Tu hai la danza,
gli stivali
il coraggio.
E per coltivare la mia insicurezza,
hai un poco di campo,
fra i filari dei tuoi fianchi?

Ma non sottovalutarmi!
Ho anche l’ira e la forza e l’amore e il sorriso riposto:
e quindi tornerò a cercarti,
quando avrai le mani nel sangue del futuro,
per scorrazzare insieme
come proletari di bruttezza

🔴 ancona , marzo 2023

Perché non rispondi?
Eppure ti sogno da mille ore

Ci vedo abbracciati,
congiunti nei fianchi
con grande morbidezza,
di umidi petali bianchi.
Tu al mio sesso
ed io al mio io
ed io al mio io
ed io al mio io

Che sia questo abbraccio
il crollo all’oro del desiderio?
Penso sia così, dopo il nostro tintinnio speciale
questo abbraccio notturno è il sogno della tua comprensione,
della tua fusione
agli attimi del mio bisogno. La mia libertà!
(Perché tu, pallido bambù, non hai direzione.
Ed allora guiderò io; ancora una volta. Che dovremmo fare?
Proseguire sulle parole tue masticate?)

Voglio averti nel giardino delle polveri,
casa mia,
al sicuro dai vuoti sguardi nucleari della luna,
inchiodando il sogno a questa pietra
faremo un poco
di realtà: questo è ciò che voglio più d’ogni cosa ora..
sarebbe, saresti, saremmo
un poco di carnosa realtà
in seno al niente del mio letto.

Eccoci, danziamo sui fiori sempreverdi
dagli umidi petali bianchi.

Ma no, non sarà così, lo so:
sono giorni che non rispondi,
non ti servo a nulla
mentre cucio i bordi del mio cuore di lana
per dormire insieme

🔴 ancona , febbraio 2023

Nell’amare o nel leggere è impossibile non mettere ciò che c’è dentro

È d’altronde possibile non mettere ciò che c’è fuori.

Basta non vedere con gli occhi, non citare luoghi, suoni, odori che ci siano.

Basta relegare il verbo a ciò che semplicemente dentro sta.

Basta allontanarsi dalle mura del salone del presente e rimanere seduti sulle proprie gambe.

🔴 ancona , agosto 2022

Vorrei poter dire di quanto io
c’è, nello scorrere il dito sul blu d’un libro?

Impiastricciando il tempo sulle verità ripetute,
concedendo alla pulsione un divorzio,
dal cristallo di marmo, dall’ossessione,
vorrei capire
se
sia
possibile
liberare il cancello del linguaggio,
sul prato bagnato dell’anima.

Blu d’un libro, senza cenni o pitture o ostentazioni di ciò che c’è dentro l’uomo del dito?

Ma, devo vedere la più bella donna che non c’è, devo fare l’amore,
devo masturbare il corpo, ma.

“Passo il dito sul blu d’un libro.”

🔴 ancona , agosto 2022

Una donna
mi ricorda il passero raccolto dentro mia madre
il passero rinchiuso e stritolato nelle ossa
dalle funi
dell’amore,
dalle funi chirurgiche dell’amore vero.

Griderei ai fulmini di sparire
ancor prima di sempre
o ai razzi di colpire il nido,
o porterei ogni giorno un fiore differente
se potesse cancellare, ogni giorno di dolore

Un ricordo e
si riempie di grinze trasparenti
l’occhio mio,
scuoto il naso,
respira impotenza il figlio più addolorato della stanza di carne,
respiro impotenza io! E guardo due zanne scheggiarsi su dio
guardo un poeta senza libertà e un amante senza scorza,
e prometto di vendicarmi, senza parlare prometto un figlio accecante
uscire dal grembo caverna,
prometto un incendio un fuoco che spaccherà simboli e punti,
prometto l’incendio dei canti e di spazzare le idee dalle ali buche dei calamai

Non più dividerete cieli e orizzonte
miracoli e temi,
non ci sarà più, più d’uno da dividere.
Prometto la poesia, ma vi prego, lasciate stare il passero raccolto dentro mia madre

Ti prego amore, lasciala stare
ed io darò vita all’amore

🔴 ancona , agosto 2022

addentrati
nell’ago becco
della preda in fiamme,
non brucerai

addentrati o
galleggerai sopra il sangue
e la testa peserà

addentrati
in tutto ciò che è
negli atti,
dimentica i fatti

addentrati
in ogni cosa minuscola
scuci il collo,
lì dentro

o arriverai dritto alla meta
o uscirai dal cerchio.

Il cerchio ha un centro,
è razionale, dimenticalo,
addentrati
o diventerai un santo
addentrati
o avrai vissuto una bella vita

che cos’è una bella vita dinanzi
alla vita tua?
è una coperta
sul sole

🔴 ancona , agosto 2022

TI HO RIVISTA

Guscio
lucente scarabeo,
pelle
del martello

brandito
senza sforzo,
l’amor non corrisposto
cammina scalzo.

Con leggiadrìa dimentica
d’essere il martello

e vede un chiodo
in mezzo al petto.

Uno sguardo solo,
innamorato,
e fende nuovamente
col braccio
di lei sguardo,
l’amor non corrisposto,
l’aria oscura.

L’aria oscura e spumosa è
la notte del mio petto

🔴 lanzarote, ottobre 2022

Chiacchierano
le due giovani,

frullano le eliche
smaltate
per amar ciò
che dicono
per amar l’attesa
d’una risposta.

Si baciano gli sguardi,
si mangiano le labbra

sono amiche e
s’alzeranno
senza preavviso

con capelli arenosi
al vento.

Ma prima
un momento,
illuminar sul viso
le parole fra le mani,
è necessario

🔴 Bruxelles, gennaio 2023

FARFALLA

una piccola farfalla
barcolla fascinosa e danza,
piccolo universo arancione
e blocco dei miei fianchi gravidi
armonica elettrica, zig zag
della mia speranza
che arancione e nero sia il sole
e non solo l’incedere dell’apnea sapiente,
subacquea salvatrice della pace
che affogava
nel pensiero
d’una farfalla arancio e nero.
Cuore, cuore, cuore di carta velina
mi piace camminare sulle ali del verbo respirare
sull’iride tentenna l’io che non vola blu

🔴 ancona, settembre 2022

Tu odori di muscoli d’erba
mai colti,
silenziosamente e bestialmente
come steli indemoniati di rosso

odori d’un odore
che nessuna terra ha regalato

ed in questa terra di nessuno, tu
ammazzi il mio difetto
ed il difetto affoga,
finché stai con me. E
tu affoghi il mio difetto
ed io scrivo d’amore.

Raggiunsi le tu labbra
così fine e soffici
come collosa spuma di nuvole
sopra una candela

Il nostro bacio fu un’attesa silenziata
e nel silenzio suo
conquistò il fuoco.
Il fuoco conquistato, s’arrese prigioniero,
nel nostro quieto bacio

🔴 lanzarote, dicembre 2022

AMORE PERDUTO

trainante una notte

🔴 lanzarote, novembre 2022

AMORE PERDUTO

un’altra voce cantare
non posso sentire

un’altra volta s’aggiunge
al pianto ancestrale
un’altra volta fori
dei miei striscianti fiori

più voglia d’amare,
più  fantasmi di sguardo,
più ira!
che i rifiuti da me ricevuti scaldino
il loro
redatto
rifiuto

l’alba di stelle
sale

la montagna di cenere
e cere

posato sulle ginocchia
nudo

il minatore
amante è amato,

insinua dal grembo;
“ti voglio!”

🔴 lanzarote, novembre 2022

Perdono,
ho maledetto il padre
per il suo
dolore antico

Presi
ciò che c’era
e
di sguardi
d’altrove,
nelle gabbie d’autunno,
restituii
mattoni di piombo.

Brucia
l’occhio
ruppe
il padre.

A unirci
nelle lacrime? No,
isolati e
soli,
in compagnia
delle braccia
del secchio di
dolore,

perdonami padre!
del tuo dolore antico
solo ora sento il sapore:
la coscienza
di tutto ciò, che si può
non dire,

l’umida sera
alita
la verità del cuore,
tuo, taciturno sparire

🔴 lanzarote, novembre 2022

Nello stomaco
di luce
intingere la punta
aspettando,
incuneata la
dea
dell’insuccesso
dell’idea
d’amore.

Dentro
me,
dentro.
Ecco.

Con molta
calma
il lampo ha colpito.
Unito torno
dividendomi
tutto,
nel tronco nero.

Ora
un bacio
un odore certo,
arieggia
in piena notte.
Venature,
venature.

🔴 lanzarote, ottobre 2022

L’INSETTO

Nelle parole e
idee,
saturo come il più piccolo insetto
mai visto

e non legge e
non pensa,

non si ferma mai
ed è pieno d’amore lucente sulle punte
poi si ferma,

curioso vero e poi ritorna scalzo
e siamo uniti adesso
dal grande vento che non fa leggere,
volare

🔴 ancona, ottobre 2022

Seguo questa camminata, sì
arrabbiato col creatore, ma
so che non ha colpe lui
è un caldo pomeriggio opaco
camminano tutti,
come tessitori,
passi tutt’uno

Vorrei le orecchie ancora più colate
di come già sono
poiché le riempio di melodie
aeree
pur di passeggiare lontano,
gemono annoiate foglie,

un topo filosofo
dolce
in un laboratorio di
arrivederci
più che di mort.
Ed invece la vita d’alcuni
è nell’aldilà di molti

🔴 ancona, ottobre 2022

scendono su un tramonto
i miei occhi

e grido e scalcio il sole per metterlo
su crema, per iscritto

invito apollo e faccio complimenti
per la firma degli déi

e però, incastrato fra le torce
delle più vecchie avanguardie,
fugge il sole

e il poeta lo manca
e gli uomini lo perdono,
ma qualcuno ha firmato!

sul panorama osceno
addormentato e
sul proprio viso caldo

scendono su se,
reboando
gli occhi miei

🔴 ancona, ottobre 2022

tocco non esiste,
prendere.
prendere fuoco:
la tua mano prende
fuoco
al mio tocco
orno
il tuo palmo
con un’altra cicatrice.

Strisciante, la resa
sul tuo collo: torre
d’imbarazzo nudo,
baci! Polipi impalpabili
cavalli schioccano
tra i centimetri
che ci separano,
fuoco prende
fuoco

“Se dio esistesse
non saremmo qui”

stringiamo chili
rossi
nelle dita,
strette, che è quasi
amore.
dolore spargemmo noi,
con l’assenza del giorno,
del
futuro

Dolore copri tu
sulle tue cosce,
turgidamente
e
strusci via

🔴 ancona, ottobre 2022

C’è nella rabbia e il disprezzo
che provo per chi amo
nel succo d’amato
(estratto da voi)

nella superbia delle mie risposte
nella ricerca di una mano e
sull’odore di pioggia.
Nel passo lento, nascosto alla nuca incupita di lei
nella risposta dura del padre indebolito.

Sì, sì, sì
No! Non può essere, non può essere tutto così,
così sporca la discesa
e così malata la pianura.
La mia porta mi guarda sconsolata,
il corpo è  pesante.
Non muovo un passo. Lei è ormai inconsolabile.

C’è nella mia stanza, alle candide luci delle finestre piegate,
c’è in tutto ciò di male
che impongo a chi amo,
il nucleo del soffio del mio essere umano?

Benedette stelle morte
per evitare di brillare
perché io soffro e piango,
pur di non amarvi

🔴 ancona, settembre 2022

Scorrete in fila, o in colonna, orizzontali
con facce di tutti i colori sentiti
di stupiti sentimenti.
Come fantasmi
apparsi, spariti prima che il bacio bianco vi tocchi

se solo fossimo
veri insieme,
come sempre avevamo
rifuggendo sperato.

🔴 ancona, settembre 2022

Lascerò colpi di cuore
ad ogni contadino di porpora.
A chi, stringa su stringa, con strumenti piumati
coltivi
il selciato del cuore

mio e suo, sì..
A chi non distingue cuori tra loro
come vele bianche e pietre

Scendo da scale e lascerò pezzi di cuore
a chi scese, prima di me, dalle stesse identiche scale

🔴 ancona, settembre 2022

Prenderei l’amore per le caviglie
e trascinandolo tutto intorno alle ossa degli altri
dimostrerei per sempre,
l’altezza della mia infelicità.

Prenderei l’amore per le caviglie
e lo poggerei su tutto ciò che si muove:
alzando la polvere vibrante delle membra di corda,
iscrivendosi alla mia indecisa pelle?

Prenderei l’amore per le caviglie,
e se scalciando forte
tristemente aprisse un sorriso, soffierei nell’orecchio
che i patti sono sempre stati questi

e prenderò l’amore per le caviglie
e si chiamerà nuova sconosciuta.
Avrà uno sguardo brillante, con labbra bianche e
ballerà.
Sarà come la festa dell’uomo, ma donna.
E io ci sarò ancora.

🔴 ancona, settembre 2022

La confidenza
e l’intimità come due scrigni,

non ho più la mano da poggiare
sulle cosce coperte e le ferme passeggiate insieme,

non c’è più una donna
che prenda la mia mano e la poggi sulla mia incoscienza amorosa e fruttuosa.

Basta confidenza, basta intimità, benvenuto calmo flutto.
Non riempirò nessuno scrigno immerso nei momenti insieme

e così eccomi, risorgo nuovamente, una volta in più.
Eccomi pronto per voi, con l’aspetto d’un avventore di felicità

di capelli sull’incontro dei glutei, momenti intensi
come grimaldelli e molle elicoidali

🔴 ancona, settembre 2022

Ma tu sei grande
svesti il mio cuore dolcemente,
anche se t’amo solamente per stanchezza

e muovi e tenti di spostare l’aria lasciata
dalla partenza del mio antico sfiorarti.
Ricorderai l’odore; della porzione tua di pelle che giocai?

Non c’è più; il mio amore triste non c’è più.
Rimango solamente io
nel cono e la spirale grigi, non scivolo, ma sono.
Nel tuo abbraccio cauto, non scivolo, ma sono.

Siamo ancora entrambi li, dunque,
ciechi, senza maschere e senza volti.
Due corpi, a tentoni appiccicati
dalle tue domande sognanti sui miei occhi e denti.

I tuoi nei irregolari adagiati sul letto sono;
addio amore,
resto qui. A vestire il cuore,
maleditemi farfalle

🔴 ancona, settembre 2022

Mi piace delle donne soprattutto
se nascondono lo stupore del piacere
e mi cambiano da amante
a straniero in un momento,

con solo una smorfia della bocca laterale
con un dito mio fra i denti,
davanti a me, e l’essere
una dea vergognosa.

Mi piace soprattutto l’unico momento
in cui son deboli e più nude di me
e ancor più d’amore e forza e rabbia pura e devozione,
provano paura,
paura che io le prenda per andare e

socchiudono gli occhi e
tirano col collo
ogni verso di piacere, poiché
sussurrerebbero un orgasmo anche sole, al proprio orecchio
sul proprio letto
per questa paura;
perché il mondo loro si muove di carne,
ed il mio è un mondo di pietre
e questa carne ha paura di sanguinare davanti alla terra..

Io succhio la loro paura col cuore
e finalmente prendo la soddisfazione dei cieli umani
e quando loro tornano indietro,
eccoci, due amanti appena amati!

Che dovrei fare? Batto sul tamburo che ho,
senza peli, per favore,
dove intrecciare le dita e,
non lamentatevi vi prego,
siete voi le carnefici.

🔴 ancona, agosto 2022

Una notte di pace finalmente,
sai da quanto t’aspettavo?

Sei vera?
Cos’è quel vetro davanti alla bocca,
hai paura di svegliarmi?

Spero solo di ricordarti domattina,
sullo stesso specchio,
così continuerò a vedere largamente,
il tuo sorriso.

Quante ore costerai, al mio autunno?
Non m’importa, una notte di pace è
il miglior eterno corpo.

🔴 ancona, agosto 2022

Ti ho rivista, finalmente, da vicino.
In una calma malamente murata
ridevano i nostri corpi, e la mia mente;

piangeva più d’una volta il biondo improvvisato
della tua fretta,
e vedendomi in faccia, smarriti da un anno,
mi vide soprattutto straniero e tiranno
del breve tempo futuro, pronto a rubarti,
senza guanti bianchi.

L’aria stantia, o i polmoni difficili?
non è stato facile il primo torvo gradino,
guardarti senza darti o toglierti,
tutta la vita.

E poi abbiamo scherzato a lungo, sull’indicibile
abbiamo riso molto parlando il giusto.
Abbiamo raccolto ognuno dall’altro
i pezzetti sfioriti di pelle.
Io provai a toccarti una coscia nuda,
e non trovai le mani.
Tu provasti a parlare,
e non era il tuo momento,
da più di vent’anni, e
che profumo nauseante la tua insicurezza.

Sei più piccola e molto più fragile d’un amore fa.
Le mie labbra ti romperebbero, come un martello rompe
uno specchio. Evita di baciarmi,
resta viva e calda. Fredda
non vali nulla.

Io ti ho lasciata, è vero,
ma non indietro.
Indietro ti ci sei tirata tu
ed ora la tua lingua non trascinerà nulla

Me potrebbe farlo. Te no.
Io, non c’è modo in tutto l’universo
che non mi pieghi di fronte
alle tue mimiche deboli e sbruffone.
Tu invece,
improvviserai ancora tutti i dolori che puoi.

Proverò a salvarti,
lasciando il mio corpo fuori dal tuo.. ma..
un’altra, ennesima, follia di due tordi.

Silenziosi a camminare per paura delle nozze del canto e
le fiamme del volo.

Altri due stupidi uccelli,
orge grigie.
Astinenza.
Natura artificiale;
quanto vuoi per essere vera, una notte?
Su, fatti pagare in mutande, la libertà.

🔴 ancona, agosto 2022

C’è un piccolo quadro sul muro della cucina
É qui da sempre,
ha visto tutto ciò che vidi io, vedemmo noi.
L’aria affanna,
l’odore di polvere è una coperta d’estate.
Le botte e le urla antipasti
delle cene in piedi armate,
senza battaglia dai deboli.
Senza battaglia da me,
rinchiuso nella paura di bruciare un principe dentro.
Il caffè è nero, nero, nero.
Il quadro piccolo
Mi rassicura,
è una barba posata sulle cose
Camuffa gli avvenimenti
Appartiene lui a questa casa,
Più di quanto non lo faccia io
E Camuffa un poco gli avvenimenti più brutti
Quelli così lontani da non mollare mai
La luna staglia il proprio nero
Il cielo guarda stanco,
É in secondo piano, e le stelle si lamentano dell’atteggiamento
lunare

🔴 ancona, agosto 2022

Piccola insolente
metro d’energia

Che bella sei?
sei bella per i piccoli
battenti battelli
che ai piedi calchi.

Barca di gioco d’azzardo,
fiume nero senza riva.

Che profumo ha la tua pelle?
caramello marino

Ci vedremo dopo?
fuori di me,
con la tua pelle tesa, arco, ed un fiato
t’ascolto col corpo e la lingua.

Non tradirmi mai,
non guardarmi come ogni altro intorpidito

🔴 ancona, agosto 2022

Un esercito di spume
risale il corno,
il mio bicchiere.
Ho la mano ferma
nonostante sia – un tossico.

Ci sono tossici sinceri
in mezzo ad uomini sicuri.
E se vuoi dei greci, viaggia nel tempo,
nelle insicurezze, in entrambi,
non in me, adesso.

I gatti sono il mio ultimo pensiero
e vorrei le tue coppe infami.
E tu, comunque insultandomi,
un cammino, i miei altipiani.

Ma stasera resterai a secco di me,
bevi da cupido, al suo bicchiere, dove sei di casa senza pagare

🔴 lanzarote, gennaio 2022

franco franco franco
sei sempre più ubriaco e bagnato

dov’è finito il tuo cardinale?
dov’è il coppiere delle tue bottiglie,
delle litigate con tua figlia?

hai una maglia così, dolcemente
adagiata sulle spalle
in cima alle braccia ed alle mani
mani utilizzate per vivere e non per scrivere,
come me.

a volte perdo il segno, non t’ascolto.
mi guardo intorno
sei ripetitivo,
luna grigia,
parli sempre e solamente di te stesso
come se tu stesso non fossi presente.

Sei più uomo
d’ogni sguardo che ti viene tirato
e più sobrio
di ogni veste indossata dalle linci

che con lo sguardo ed il vestito nero
ti lasciano mille volte sotto
loro che sono mille volte avanti,

ma io ti capisco, ti amo per ciò che non sei,
arreso adamo sincero,
eva arrabbiata

vivi il tempo di una bottiglia
e di una passeggiata

🔴 ancona, agosto 2022

Non sono le leggi a creare la realtà
Ma la convinzione arrogante e bisognosa,
La sedia sempre fissa al lato di casa.
Io sono convinto e sono seduto

Sul tuo grembo in attesa di te
Nudo fuori e nudo dentro
Con la mia pelle ripiegata sulle braccia
Aspetto il fuoco della tua Spezia più pregiata
Che tieni sul dorso dell’entrata tua,
infilata nel ricatto di non essere arrivata ancora.

Prendi la mia pelle e dammi la paura,
fai bene ad avere paura, c’è sempre grande timore
prima di vivere
per la mia pelle.

Scalda il letto l’aria fresca
entrando da ogni via bianca di fuga.
Toccarmi o toccarci che differenza fa?
Io aspetto,
crea la realtà

🔴 ancona, agosto 2022

S’appoggia il filtro sulle alpi
e mi accendo in compagnia di due stranieri di una vita;
di una vita..
ho pensato che forse potrei

raccogliere alcune delle radici strappate dai piedi e
dai consigli
ed infilarle nel cuore e in
qualche luogo

Per dare un bagno freddo alle incertezze ed
una coperta alle notti

Per il ricordo di lasciarti
profumi profondi
per sempre,
anche solo in una notte, dal bacino mio,
del mio letto!

Per il piacere di vederti emozionata,
come muschio,
incrostata sull’ingresso
dove infilai le radici del cuore

non riesci ad andare,
sei innamorata di un pavimento.

Per avere una casa,
e per avere una lacrima da versare
su un uomo conosciuto in un luogo
e non sulla Terra

Mi vedo lontano
da ogni dove
già sono.

E s’incupisce un poco
me stesso, sopra chi sono.

🔴 svizzera, agosto 2022

quanto sono belli tutti questi uomini e queste donne
che malamente e senza grazia
stanchi o pieni di gas, mancano in rancore

e trasportano in carrozza la loro bruttezza
in carrozze scalze i demoni
lungo le barre, le strade, la povertà
in cerchi di trionfo
le sognate partite di calcio,

l’alloro bruciacchiato alla luna
si posa sui loro capi chini:

grazie,
e

grazie a tutti gli inventori di parole,
che smisero di lasciarli soli
dando loro un nome

con questi vostri gesti rimane meno secco

il fiume del poeta,
marinaio di sinonimi di se stesso

🔴 ancona luglio 2022

Su te, su me,
accanto a noi, possiamo sfogare.

Io posso sfogare, nella trincea calda di cuscini d’estate,
la mia amarezza sul tuo corpo svestito.

Tu, impila con tocchi delle dita
la tua tristezza
sul mio ventre nuovo,
il mio ventre timido e generoso.

Dopo avermi cercato con la mano,
come una coppa,
per farti frustare.

Entrambi perché no, possiamo
scalciare la rabbia
sul pallore dei sorrisi dell’altro

notturno.

Non esagerare.

E, ti prego,
non esigere dell’altro.

O addio per sempre
alla curabilità
alla rabbia, tristezza ed amarezza
curateci a vicenda

🔴 ancona luglio 2022

Sono stanco
stanco
stanco.

Non c’è nulla da aggiungere poiché
la stanchezza è già poesia

se ben mulinellata, o anche no
sarebbe bastato un solo rigo, la seta
sarebbe stata più stanca sul capo
ed io,
più corretto d’anarchia.

Il molo è di polvere e tramontana,
culla lo spirito cittadino
con l’inquinamento seduto a cena

di tre ragazzi odiati.

Ricerco vinto già, la correzione stilistica e
si gonfia il mio ventre
spossato, dal solitario:
che scriva bene
o scriva male

è un vangelo,
la stanchezza.

Il vangelo
della nave mia

🔴 luglio 2022

Sotto casa e sopra al molo,
od appena uscito dalla voragine canina tua d’amore,
in compagnia del grande fiore vuoto degli amici o
della più beata delle tue fotografie, tu

ritorna pure quando vuoi,
nella mia testa.

Gattona con sporca
lucida mole
sulla porta mia sfondata.
Entra, fingiti e divora,
il futuro mio.

In compagnia di un sole caparbio io
penso ad aspettarti,
e tu, ritorna pure quando vuoi,
nella mia testa.

Settemilacinquecento milioni di stivali infili,
nel mio rifugio di cera rossa.

Ed ogni passo ripetuto
muori un poco,
entri ed entri nella testa:
muori e muori un poco.
Vieni, vieni e vieni,
torniamo estranei.

🔴 luglio 2022

tutto è tutto
è impossibile trovare qualcosa che non sia tutto

e così nelle alghe tossiche del mare urbano incontreremo l’amore della nostra vita
che non esisterà mai, coi capelli rossi, nei reparti di neurologia
come il tempo, scollegato dai tamburi ribelli e dalle sue code di cavallo
come ogni vero scienziato sa:
la tenerezza e la cura è nelle alghe

Nei sassi delle spiagge più affollate, vulcani e fossi con le braccia alzate
nella distanza che c’è fra le stelle più morenti
la vita di una chiocciola estiva, che ostinazione
veleggiando sul mio comodino

non c’è bisogno (e nemmeno il suo contrario)
di imbarcazioni esotiche o grandi nevi e deserti, o cavalieri!
cos’è l’eruzione della più grande avventura
di fronte a una fonte che sgorga acqua potabile?
ecco il tutto! galassie che sgorgano nei villaggi

e poi ti stupirai di nuovo, come si accorge un gabbiano delle proprie grida
come scopre una ragazza che si squarcia il petto di fronte al tuo tubare
titubare
la verità ti apre l’universo dentro e ti caccia fuori da te stesso nell’universo fuori che ora non sembra esserci più
e di nuovo tutto è tutto
e tutto ciò che provi è unico
e tu sei totalmente e terapeuticamente tutto
ma giustamente tutto non sei tu
o non potresti portare in giro la penna.

E allora nello scrivere una poesia ci sarà il silenzio e
beata mortificazione
che non colpiranno più i momenti
passati coi propri genitori
tutti quei momenti che non cessano mai, ripetendosi in piccoli battiti infiniti
fino all’infarto dell’esame di coscienza originale:
Perché?

e non ti resta che rispondere ai messaggi d’amore,
dire grazie
continuare e continuare a cercare
il ritrovamento più spiazzante
nelle arie di archi spagnoleggianti
si nasconde la verità di quanto scritto:

sono triste di non scrivere la verità
o sono solo triste
e quanto detto non è vero?
più mi avvicino e più fatico a indietreggiare

🔴 luglio 2022

Vorrei scrivere
con una penna che non c’è
una penna che non ho
e adesso nel riflesso:

per lasciare il compito allo specchio
di mescolare la mia immagine a me stesso.
Mescolare ciò che sento a ciò che penso
con le visioni d’ogni idea
Lasciare libere le dita di scappare, da
ciò che è dietro quello specchio, da ciò di cui non so parlare

ed ora scriverà più una lacrima slabbrata senza fretta,
senza inchiostro e figlia pennellata

d’ogni frase libera e rima.
Grazie dico ora
ad ogni autoritratto

che mi ha ridato a quel me stesso
che mi invita ad essere lo specchio,

soprattutto quando
sempre, solo, brutto

🔴 nord spagna giugno 2022

la stanchezza ritmicamente mima
il passo
la spazzatura al bordo della strada mi affascina
col suo accento germanico, sai

raccontando storie si fan la propria
nel mio passeggiare sulla testa,
il tabacco parla polacco
lo zucchero è ora una colonia e io non lo pulirò

il tempo svoltola
il tempio, degli oggetti buttati

e un piccolo falco alterna l’aria
alla pazienza
al controllo zingaramente, stizzito

che caldo camminare fra la spazzatura
in mezzo ai tuoi trenta anni
e la sboccataggine di atleti cocciuti

🔴 marche maggio 2022

mentre gratta il fondo con le zampe rosse meningitiche
mentre cadenza alterato con il capo molle,
ogni cosa brutta che possa volare, mi piace

è così.

mi ispirò, io seduto all’ombra ma vicino al sole,
l’ancheggiare di un uccello sporco:
una dea africana

E mescolarmi in ciò che non esiste più
fa volare i topi e danzare le dee,
partorita la vita
con padri bugie

🔴 ancona maggio 2022

capimmo subito entrambi
che ci saremmo innamorati

quando tu sorridesti senza motivo,
come si sorride al momento giusto
vedendo l’amato e l’amato che ci vede
nel tempismo dell’amore

ed io notai
una stella su un albero di noci,
l’incresparsi candito di questa tua promessa
sulle labbra

ti amo! mi sorridesti
ed io ero già tuo per tutti i ciao che potessi immaginare,

e uomini e torte furono i testimoni
del più ostentato amore mai compiuto.

Senza bisogno di ragni, sogni o luci sulla carta,
in un presepe fumante, il desiderio non uccise dio

e capimmo subito entrambi
che ci saremmo innamorati

🔴 roma maggio 2022

Ti ricordi perché andasti via?
io ridevo dei nuovi testamenti del tuo cuore

Ti ho pensato sai?
Ho pensato sempre a ciò che non fosti
ciò che da vivo insieme avremmo ucciso, no? O almeno lo spero, spero di aver pensato ciò
spero sia così

Perché sei tornata?
C’è una libellula e il suo riflesso corre più viola in questo fiume di fogna
Perché sei tornata?
Se cambi ritmo al mio cuore e  poi, devi sacrificarti sull’altare del mio sparire

Sei tornata perché non hai fiducia?
nella tua durezza, nella mia pietà
nella tua durezza di lasciarmi via
nella mia pietà, di ciò che quasi non fummo mai?

Io amo ancora il tuo corpo più di ogni altro corpo e
il tuo viso più di un quadro, i tuoi denti più dei sonetti
– i tuoi denti li amai tanto da ricordare il sapore di
bianco e di perla, di stupore e devozione –

e ricordo il nome di ogni mio nervo pungolato dalla tua bocca

Sai che è duro vederti sorridere? non m’aspettavo.
Dover rubare ogni istante dal tuo sorriso, con distanza,
preoccupato di non farmi vedere?

È tutto vero per quanto è vero un rigo poesia,
dal tuo sesso e
dal tutt’uno dei nostri corpi
avremo la mia tenerezza e mai i tuoi fiori di pesco

🔴 viveiro galicia 2022

io volli solamente

ah.

 

il silenzio dei tuoi piedi nudi sul marmo di mare
di casa. appiccicosi. io volli solamente toccare in punta di petto

i cerchi concentrici del lago di pelle
d’oca, sulle tue cosce in fiore e
la montagna senza posa mai asciutta, di loto oceanico
in voi, lei, te che eravamo

cantai poesie sane di mente poiché
io solamente volli

volli solamente mentire per essere sincerità
di un altra, io volli

solamente bruciare fino a farmi domandare solamente baci
toccare sino alle mura del tuo desiderio ocra
infiammare il collo, baciare le vene, morir – io

nel silenzio degli abbaìi del vento
le sabbiate verdi porte
io volli solamente carezzare gli occhi drastici, coi quali
mi inviavi, nelle piane del dimentico

io volli esser pronto solamente!
a filare nubi orizzontali di fiume
accogliere te, lei, voi, lo straniero

io volli solamente tutto ciò che potessi volere;
dalla sala macchine del cuore uccellaio che tengo:

un nuovo amore, essere guardato come le proprie difese infrante
sulla più vincente delle rese

io volli il corpo, l’anima, il petto, il verde, il midollo ed il piacere e
la rabbia sul dolore solamente

io volli solamente l’amore così tanto,
bucherellato con perizia dal piacere

Io volli solamente spuma nel mio cranio,
notare nulla dell’umore pianto,
del rondinìo cui abboccare.
L’esercizio su un milione di specchi
del cicaleccio di due corpi scoperti, volli – solamente

L’argenteo beccaminoso del corvo oh – la libertà di gracchiare senza
perdersi –

Io volli solamente ogni diritto su due corpi
volli la tirannia delle nostre intime fontane
ed il tuo viso come cosa più bella, lo volli
contenitore imbarazzato della mia dittatura

 

Io volli solamente, una volta in più. Avere nessuno come te
nessuno, come te,
più di ogni altro alcuno

🔴 pantìn galicia 2022

sul timpano della strada giaceva un piccolo
uccello morto

non schiacciato e non bruciato e non sparato
– aveva gli occhi non bruciati fra i piccoli sassi in vendita,
al mercato dei fiori
scattai un ricordo per trovare il mio linguaggio mi giustificai

scattai un ricordo fui
così egoista.

guidandone la morte come un professore
le pietrose ossa buche e io
che volevo? se

nemmeno il poeta può strozzare
il tempo in un imbuto, distillandosi il passato
in presente prosa

dal passato solo il passato viene,
gridando, oh gitano – il presente s’accende solo
il presente s’accende –

scappai da lì tornando sul cammino
leggermente sulle punte della strada,
un tasso passava predatrice,
vipera, sensibile,
intelligente gola e viso e occhiata

Un’occasione nuova d’annientarmi:
c’è nel tuo respiro qualcosa di tossico, tasso, così
che l’antidoto per il tuo parlare, sono
– menzogne di sorriso solare

🔴 ancona 2022

Ho visto due soldati

l’abisso delle scelte
nelle loro pance mascherate di fresca terra

e un brillio negli stivali e nelle
creste uniformi

dita blu come di luna
sulla riva dell’esito,

la rugiada impiccata sull’erba
non credo lascerà assolvere gli eroi.

Stavano sdraiati, sazi e riposati
e gli occhi chiusi,
e respiri come affondi
per l’indolenza di parlare.

Ho visto due soldati naufragati,
dal collo in giù, piango

il sangue degli aggressori
brucia i semi che avevamo appena pianto

🔴 ancona 2022

Oggi ho indossato una maglia arancione al contrario

un fuoco scalda solo la sua brace di stalle
le ferite d’infanzia appese in camicie
si indossano a cene gonfie

io indosso una maglia arancione al contrario
io non ho scucito
ho scansato i tuoi sguardi per le chiavi della stanza nostra

le luci gialle
le infusioni
sedie rosse e
i cuscini blu

mi accompagna la casa, emaciata
come piace a noi

ho passato così tanto
a ricostruire sui tuoi giudizi mamma
che ho scordato di darti le mie ali

sono sui torrenti alle pendici della testata del mio letto
mi terrorizza la dolcezza a cena

🔴 ancona 2022

Stanotte sembravi più forte e matura dell’altra notte
dicevo:

il poeta è un escavatore perduto
estraneo mutilatore
dicevo

taglia le mani di Dio sulle
nostre orecchie e

conta il canto dei giorni
senza mai fermarsi come l’alba
in montagna, e tu mi guardavi
dicendo
non fumosamente

che per amore comunque
ti val la pena amare.
È più poeta,
collina di paglia,
il tuo capello sciolto
di un mio pensiero dolce

🔴 lanzarote, la santa

C’è un deserto al rovescio nel cielo,
cammino nel freddo dei nervi delle ossa e
nello stritolìo dei sassi e del terriccio.
Ubriaco;

ho percorso serpenti a milioni
in carreggiate di amici distanti.
Pistillo di vie
velenosa di zucchero zebra elefante,

ti ho amata ferzandomi sempre
ogni giorno ho frustato lo schiavo che porto nello zaino:
ad amarti, nonostante lo sforzo.

Nella fuga della cecità,
trovai i dettagli insignificanti

🔴 lanzarote, la santa

Stai bene? Stai bene?
Domanda affilata

solo un grande cuoco o
un maestro di spada
dovrebbero domandare,
stai bene!

maneggiare con cura, l’elsa
d’ogni domanda è importante
per non farci sanguinare

🔴 lanzarote, tinajo

che bella la felicità sorrisa
che belli sono i sorrisi delle madri quando le conosci già vecchie
risa mascherate bene.
sorrisi incrociati nella sfida delle caducanti carezze

che bello è vederti sorridere
nelle foto,
nella realtà e
nelle cose

mi spiace, rattristo
per tutta la mia rabbia giusta.

sospiri bellezza come una piccola grotta calda nelle nevi azzurre
le tigri si coccolano davanti al tuo farlo

sei bella
se avessi il rossetto saresti la primavera
grazie per tutto il bene senza volerlo

🔴 lanzarote, famara

non vali la pena
la pena è una bevuta di troppo

non vali la pena
la pena è qualcosa

non vali la pena
perché

non sei misurabile in inchiostro
non vali la pena

e questo è tutto ciò che hai
e nulla più

neppure la pena hai,
sei un ragno ucciso in casa
un tamburo abbandonato in una bolla

vali il tempo della resa
vali la mia libertà perduta
sul divano
e non ne vali la pena,
banconota

🔴 lanzarote, famara

Lampeggia la pioggia ed entra fosca
La luce lampeggia come le scene crude d’un cinema per bambini

Il pomeriggio piovoso:
uccelli in gregge si muovono
Il primo è giallo, vanno tutti piano e io ho più fretta della sabbia ocra che vola nel vento

Ho appena finito il mio lavoro
Ora comincia l’altro
Ciò che non paga, arricchisce,
mi lascerà povero per sempre
Con la consapevolezza del sempre

Un lavoro che è finalmente una vittoria
La vittoria delle tovaglie in plastica azzurra
Delle birre e degli alcolici scadenti
Dei primi dell’ultima classe sulla destra
Di chi odora male e gioca bene

La vittoria di tutto ciò
Vinciamo finalmente un po’, nelle ore più arabe del giorno

Vinciamo una piccola parte
Di questo tempo speso e
Mal posseduto

Rubiamo!

Stamattina
Oggi
Ieri, domani
Ieri ieri ieri
Ho vissuto a secondi in sessantini
Vivo, ho vissuto
Alla mediana dell’arcobaleno,
dopo il lavoro

🔴 lanzarote, famara

Che gigante! montagna piumata
risoffi e spumeggi continuamente l’indifferenza con tante papere intorno.
Tentenni come una zanzara in una bolla d’oro
cerchi il tempo giusto per non invadere.
Solo oro, dici: acqua, zuppa di carne

Ti abbraccerei sempre a difendere le fibre della tua cianotica coscienza
ti abbraccerei per evitarti gli schiaffi di quelli di fuori.
le mani, artigli, unghie lunghe delle bestie istruite del dolore

Perché non sono tutti come te?
Io solo ti difendo senza aprire bocca,
uno scudo indistruttibile inesistente
del tuo amico migliore. Che paura essere essenziali,
non lo siamo. Chissà se sei un fantoccio di apparenze? impossibile – non sei di carne

temo che la notte non sarà così
illuminata di mille vele, mille razze tue
temo che cesserei di vivere,
se tutti fossero come te

Ti darei un abbraccio come un orecchino un gioiello un dettaglio
poggiato sulla mano con sfrenata calma aspettando i ritmi della tua sorpresa,
per amore
sei uguale a Carlo

🔴 lanzarote, famara

Ogni mattina opero per nascere
ogni mattina,
ah stamattina sopra il sole caldo una tazza di caffè
in bocca stagliavano i figli degli ancestrali starnazzanti

e già la carta sul dito non poteva più tagliarmi
la penna rossa, le parole del troll che vive sopra al suo bar
non possono infilzarmi.

l’invincibilità dura poco
il tempo della colazione

ogni mattina opero per nascere
tutta la mattina vivere
il giorno affanno, uovo godereccio e sudato tra corse e tutto il resto,
di notte finalmente prova d’amare
e dormo infine come un’ostetrica allo specchio

ogni mattina opero per nascere

🔴 lanzarote, playa bastiàn

Mi coccola e mi culla il tuo pensiero recidivo
di notte piccola farfalla pipistrello o lumino fine fuggente nel cielo

T’aspettavo gelo e addiaccio e spregio
Invece arrivò solo il tuo pensiero recidivo
Ho caldo sotto al cielo, sete e sento quasi tutto spalancato, spalanco il tuo pensiero recidivo in un momento

Diga eri ieri, goccia nel letto sei ora
pioggia fresca sopra il letto
ti darei mille baci oppure no smetto d’amarti con la gioia del senzatetto

🔴 lanzarote, playa bastiàn

qualsiasi sia il mezzo che guido
sempre i tergicristalli non funzionano bene, o manca l’acqua, o alla fine il vetro mi si sporca sempre più

il vetro di queste macchine è sempre una scommessa
e il mio braccio non è un braccio da scommettitore

il vetro si sporca e si vede male con il sole in fronte
il sole, più fronteggia il mio veicolo e meno ci vedo io
è un sole raro e bellissimo dove vivo io
ma è intirizzito dentro questa macchina.

Non c’è niente da fare
se non puoi vedere davanti,
ne con macchine nuove e ne con macchine vecchie

voglio smettere di guidare con ogni mezzo.
stare li seduto con le scapole impiccate non mi aiuterà a far nulla

🔴 ancona

La mia urgenza creativa
golem di carne e sangue travestito d’oro e di tabacco
investigatore che cammina e cammina

io ora devo camminare sulla direzione giusta
notturni illuminati dai lampioni
di pietre pomice mal levigate sui muri dei giganti cigni cittadini

quella direzione dove nessuno si opera per toccarmi e io
penso solamente a muovere passi pesanti sul selciato
passi pesanti e spruzzati di alcol
o passi pesanti e immediati

devo camminare nella direzione onirica. introspettivo.
con sincera accettazione devo tenere i piedi per terra
e provare e testare e maneggiare minuziosamente senza cautele i miei prossimi futuri,
future delusioni, poetica, vivere necessario

🔴 ancona

Da piccoli quadri osserviamo tutti insieme cento uomini,
distese ed intese sterminate di nuvole straniere
gibbose desertiche ghiacciaie, nebulizzano la nostra attesa!

una donna cammina avanti e indietro, corridoio
è l’unica a parlare del vedere attraverso le nuvole e
mi guarda negli occhi mentre siamo distratti dalla voce alta

che occhi incredibilmente pallidi hai
soli di foresta pallidi.
si vede in certe persone:
disperate per avere qualcosa che non sei da te

Mi scruta ancora quattro o cinque volte e non sorride ancora
naufraga nella mia malinconia con zattera di resa e cipria,
cavalloni d’acqua intorno a lei, lei si difende
mi insinua l’idea
di non guardarla più

c’è troppo amare nel sedursi, dico io
e non siamo pronti
rischiamo di cadere e rompere le arterie
lei sorride pensa sicuramente – ti amo già

atterriamo, esco

🔴 furteventura

Ci sono stati momenti fra noi,
come stelle cadenti

con i sensi ed il tatto congiunti
in una riga imperlata di fuoco

e il cielo era le nostre aspettative e svenente e vacuo
ed anche le paure buie

e quei momenti come stelle cadenti, per il cielo,
non esaudirono alcun desiderio

🔴 lanzarote, La Posada

Io so che il tuo affetto è un autoinganno robotico e rotto,
un trucco posto su uno specchio

Però riflette i miei desideri, sai
il mio terrore della cortezza d’un giorno
in cui potevo darmi e non mi sono dato.

Perché dandomi ritiro
e nelle reti ritrovo lische d’anima tua,

che danno un senso ed un umore,
al giorno che temo

🔴 lanzarote, La Posada

alla festa del tramonto qui
in un fosso di momento,
d’un momento mal celato;

ti penso. E so che tu mi pensi,
e pensosamente amandomi ami anche te

🔴 lanzarote, arrieta

E perché dovrei scrivere poesie
non tristi?
o felici?

Per non ricevere domande che penso:
sono stupide.

Ma non ho la prestezza di rispondere,
alle ragazze troppo belle,
o – sensoriali.
Sensoriali è una tua stupidaggine. Belle è vero.
Si dicono cose stupide per nascondere
bugie di cristallo telato

Io non scelgo cosa scrivere
la mia penna non sceglie ciò che provo

Mia madre non ha scelto di farmi
così buono

Le cose tristi scelgono i buoni per essere scritte.

🔴 lanzarote, el golfo credo

Mi sento perso
non vi vedo più
persi

Siamo buste nel deserto
sciacquate d’aria frusciante

Frusciamo sempre con quiete isterica
a meno che volare senza muoversi mai
sia tutto ciò che desideriamo
dal tempo passato

🔴 lanzarote, mozaga

Lo que me gustó de ti
es la lentitud
y el cuidado de cada pequeño movimiento

Es el olor de tu boca
y la inseguridad de tu perfección

Me gustó el tono cocinado de tu voz
y la insatisfecha necesidad de rugir

La incertidumbre que agudizas y usas
como el arma de una paloma

Lo que me gustó de ti
es el recuerdo de nuestra segura incompatibilidad

🔴 lanzarote, famara

Ce la puoi fare quasi sempre
e quel quasi è tutte le volte che ti fai male
è ogni grido a tuo padre invece che al mare

È ogni cucchiaio di amore gettato nella bocca
di chi è a dieta  d’altri

È ogni volta, ogni volta ed ogni volta
che hai trovato la porta chiusa ed i corridoi pieni

O il contrario
o il contrario del contrario

Quel quasi è tutte le volte che ti sei sentito vivo
e ti hanno detto viscido, penoso.
ti hanno detto tutto ciò che non speravi
è tutte le volte che ti hanno detto no e guardato sì
è tutte le volte che quasi non riuscivi a parlare, a rispondere e baciarla
è tutte le volte che ti sei sentito vivo
e ti hanno detto quasi

Ce la puoi fare quasi sempre perché il quasi esiste
e per questo ce la fai.
Se ti togli il grembiule, dove nascondi le pinze ed i cerotti
E cammini nudo per alcuni metri,
a petto in fuori
e con la schiena dritta
o curva, ma con successo e stima di quel tuo successo,
magari di notte.

E con alcune idee originali,
incontrerai sempre, con le braccia conserte, uno spiraglio di maniera.

🔴 lanzarote, famara

Cada poeta
pierde sus manos
cuando quiere amar,
amores naranjas

y cada poeta
corta montañas
es sabueso
de repentinos dolores

cada poeta
camina sobre los soles
cuando recibe,
sonrisas demora

🔴 lanzarote, famara

Non credere mai che si possa cambiare
Non si cambia
non cambiamo noi, cambia l’altro

cambia la persona che ci ammaestra
che ci schiaccia diversi
e noi ci appiattiamo
per insinuare nel suo tempo

Infine l’unico motivo per cui cambiamo, tormentati,
è qualcuno che non ci ha mai amati

🔴 lanzarote, teguise

Non credo di voler tornare per ora
resterei in questa cosa senza ponti davanti al liquido plotone di palme rosse dal terrazzo
a sinistra delle campane di mio fratello indeciso dal mondo tra angustiato e bello

Credo di restare tra notte e note, tra occhi acerbi,  spartitiche vie lattee
Dove tornare, in una casa in fiamme
vagabondo:
dove tornare, in una casa in fiamme?

La mia casa è fioche candele sospese sotto le stelle
il mio tetto è il sorriso di donna insonne appena conosciuta
i fiori sul davanzale profumano delle pelli degli altri
la porta di casa mia si apre dall’esterno con un filo di cotone

l’occhio non si può richiudere in una finestra
le mie palpebre sono serrande rotte

Io sono vagabondo
la mia casa è in fiamme la mia strada è un fiume,
oggi
non m’ormeggio.
Per le funi c’è tempo,
dicono tutti i colli del giudizio altrui,
domani

🔴 lanzarote, harìa

Salta il gioco
parola dei grazie.
Gorgoglia piacente
la luna,
la gola.
Madre! Lascia aperto;
che dissi, perché?

🔴 lanzarote, en la cama de una chica

Amami perché
non hai altro da fare e altro non c’è,
fuori è caldo
e se mi ami avremo spume,  musiche

Amami perché
amare è un gioco da poco
al confronto col pane versato in due, da due

Perché i baci sono più caldi della sabbia
e scottano i piedi sulle piante
scottano orecchie
e le iridi e i colli e i nei e panici

Amami perché
io me ne pento
e tu te ne pentirai
quando lo faremo mai

Amami perché
sei bella e putrida

Amami perché
ho strepitato di costruire torri per te

Perché
non lo farei mai, neppure per te

🔴 lanzarote, CSCCDF

Poiché amare è tempestoso,
è un cammino lento e soleggiato quello dell’amore

e se amare non fosse una tempesta
che sarebbe questo amore, una giornata infinita di nero, vestita a sole

Non c’è amore
per chi pena d’innamorarsi.

C’è fuga, deserti, sonni deserti
c’è addio velato d’arrivederci

🔴 lanzarote, teguise

Sono sempre tutto rosso
mentre saltellano i puledri sui loro dischi
e le croste degli antenati sono limpide.

C’è vento fra il grano delle montagne e io
aspetto di bruciare,
altri lunghi capelli.

🔴 lanzarote, CSCCDF

Mi fai prendere tempo che non voglio e stare al vento corto e decisa ammazzi l’amore con il sorriso e con l’acqua tra le cosce ti pulisci il viso. Io ho spalancato porte per vederti ed ora le riapro per negarti, ho sdoppiato gli occhi col mio inchiostro, schivandoti allo specchio. Ho urtato nel mio petto le grida di ogni matto che mi vede, che mi guarda e che mi parla.
S’ aspetta la mia dignità ora, ma io ancora: posso solo non volerti sola.

È il tuo cupido che tracanna al mio bicchiere, non mi lascia di ubriacare

🔴 lanzarote, famara

si perdono le gambe un passo alla volta
i capelli e le labbra si perdono e smarriscono
percossi si perdono gli amanti
e immobili si perdono i denti
la solitudine si perde
e rimpiangiamo,  e perdiamo noi

tutte queste cose si perdono sempre nella ronda
e lo smarrimento si perde

🔴 lanzarote, famara

lei solo può rimanere
se persa, persa, persa
nel mio restare

🔴 lanzarote, famara

se tu mi cerchi sempre
per tirarmi addietro
se poi non ascolti la mia passione
d’averti distante
per l’abbraccio di parole seguente, no.
calima, non darmi dell’amante

🔴 lanzarote, famara

gli occhi sono la trappola più umana
che tendiamo a noi stessi
quando sono azzurri non c’è più cielo
quando sono marroni non c’è più terra
quando sono i tuoi non c’è più aria

e io sono macigno per il tuo guardarmi
insonne per il sognare d’affondarci dentro
fra le pietre, ora,
dall’aurora

e poi ti subentro,
i tuoi occhi vibrano,
e perdo il mio dolce lamento

🔴 lanzarote, famara

Quest’uomo
non ha parole
se non per fermarsi

parole per decapitazioni
d’impiccati

Quest’uomo
non ha petto
che per soffrire
e per sperare

Contro il vento che rivolta il mio taccuino
pagina per pagina,
c’è bonaccia,
che m’anima

🔴 lanzarote, famara

famara

i tetti cantano
(prima del sole nascosto)
e le stelle, protestano
“era freddo”, dici

Le ossa delle nuvole
carezzano una volta
i freddi del promontorio
“sei caldo”, dici.

🔴 lanzarote, famara

io voglio fare l’amore con te
ma senza per forza toccarti, anche senza baciarti se serve
a far l’amore con te

perché ho paura di romperci domani se ti tocco
e allora mi accontento di fare l’amore con te,
con le mani legate dietro ai presenti

🔴 lanzarote, punta mujeres

l’amore

Non ha molto senso morire
proprio stavolta, che sei vivo

ma gli alberi impotabili
li seguono i fulmini

se non vengono tagliati
s’accendono

cercano la vita nella vita
e trovano l’incendio

🔴 lanzarote, harìa

l’amore

dove siete?
sarei un grande poeta d’amore

🔴 lanzarote, harìa

È difficile gioire delle fortune degli altri
¶ se hai gli stessi calzini da 4 giorni

senza le scarpe ai piedi
senza i piedi nell’ardire
o nel fagotto,

ma si può fare,
basta smettere di volare,
decollando, ma camminare○

come amanti col volo pesante

🔴 lanzarote, harìa

Ti vorrei, sole
se (tu) mi pensassi meno vero

Ti penserei Irene •
Se (io) fossi due uomini solo

🔴 lanzarote, harìa

Lascia stare gli uomini
lasciali dragare   I
lasciali ammazzare
pagare
bofonchiare

Lasciali odiare gli uomini gli uomini

Accoglili per la strada
lasciali fiori, sbocciare in mezzo al loro incendio ++

 

Come lasci i minuti,
ad essere giganti
lascia gli uomini.
Lasciali uomini, oppressi mutanti

🔴 lanzarote, harìa

Io vivo in un luogo dove sempre vivrei se vivessi
fatto, di leggere vibrazioni
di vibrazioni piccole e rotte
angoli controventi

Vibra lo sguardo azzurro del nuovo inquilino
del mio gradire
vibra l’acqua nella pompa nel muro
e la ruota nel mio petto vibra forte, esagitata

Vibra molto la mano alle spalle del piacere,
che mi cerca nella notte senza sapere che l’aspetto
porgendole le fauci
e non i fianchi

Vibrano gli occhi e le guance buche
ed i nasi e la voce
delle tre donne che oggi sono donne
e domani re

Vibra la coperta bianca o grigia
che mi scalda e mi insabbia

e vibra la condensa, anch’essa coperta,
d’una finestra cieca

e vibra l’uomo perso, seduto ad un tavolo senza sedie
per gli smarrimenti suoi

e nel vibrare del momento,
s’arresta il tremolìo della stagione

🔴 lanzarote, harìa

Grazie a tutti gli inventori di parole,
che smisero di lasciare azioni sole
dando loro un nome

con questi vostri gesti rimane meno secco

il fiume del poeta,
marinaio di sinonimi di se stesso

🔴 lanzarote, òrzola

Non pensiamo, vecchio amore, di smettere d’amare
Ci son persone sole che fan l’amore,
meglio addirittura
di come noi in due, ci facemmo male

🔴 lanzarote, costa teguise

la mattina

Da stamattina
sono sicuro che ci sia
da qualche parte,
dall’altro lato della isterica veglia mattutina sul letto,
una ragazza come me.

Con tutta la sua voglia in mano,
che quasi sogna d’un altro
come lei,
che non è più pronto a restar vuoto

Ti abbraccio con diritto di rigetto
con una mano dietro al collo, sui capelli,
e t’aspetto alla metà, (nuda)
di questo sogno patto

lanzarote, harìa

i ragazzi

I ragazzi sono più che vivi qui,
sempre quando possono ballare senza guardarsi
Noi cambiamo musica come le foglie il colore
ma noi fioriamo e basta, non sciupiamo

I ragazzi dormono adesso
e le notti sono anticipatamente bianche e
non contate,
è probabile che i ragazzi facciano la notte senza bui

Hanno schermi rossi, occhiali, maestose manie (se viste)
(altrimenti, hanno solo tristi manie)
tazze calde e mani fredde
perché fuori, di notte, è freddo, se lo vedi.

Ma i ragazzi amanti sono stregoni del calore,
si scaldano spogliandosi, saldamente! e con fermezza!
Ogni tanto uno di loro mi vede assente, ed io mi giustifico,
da solo, sul letto e con la penna, in mano

Non sto pensando al troppo vino
o allo sporco del tavolo o ai sassi sulla pista da ballo

Penso a cervi d’acciaio di montagna psichiatrica,
cacciati con parole aguzze

lanzarote, harìa

dovere

Devo scrivere perché ho un debito d’aria con la penna
devo incidere sigle blu sul tavolo
se non scrivessi irresponsabilmente vivrei, sopravvivo?
banalmente vivrei
e morirvi sarebbe torbido e forzatamente momentaneo

Devo stare solo, tu e voi
mi date la carta e mi tagliate le unghie!
Portandomi la carne, e mi rubate la penna.
Per bere da quel brillio che non potete
vedere
ma,
solamente vittime, assassinare,
devo stare solo

E io devo mordere calorosamente
non posso permettermi sorrisi troppo lunghi,
perché la poesia è un cane di guardia al mio tesoro
e non mi lascia avvicinare.
E allora scrivere è un mestiere duro
ed è rischioso
rischio di cacciare tutti, neanche,
senza rimanere solo

Ma lo farei lo stesso
per il negletto giusto, e allora

andate tutti senza guardare me
datevi perduti ed in cambio vi regalo dubbi fasulli, conti aperti e
un poco di smarrimento ritrovato

E poiché
la poesia mi è tutto ciò di vero
che c’è nell’irreale,
continuerò a trovarvi,
a patto che voi non ci siate

lanzarote, harìa

È troppo facile scrivere poesie d’amore,
provate a scrivere d’un sasso,
scrivete della polvere, ostinata invisibilmente scacciata,
io amo la polvere.
È troppo facile scrivere poesie d’amore.

lanzarote, harìa

volere

voglio che mi si gratti tutto
appiccicato sulle dita
voglio le palpebre delle onde e
i panni del pittore.
Le mani d’ogni nòno e
parole d’avversione.

Voglio il mio naso rotto
da quei giganti,
voglio il tempo dei defunti
con la fretta degli amanti.

Voglio l’indecisione noncurante, dolore e castità
dell’amore ch’abbandona, ma non va e
voglio avere freddo, in quattro.
Voglio riscaldarmi senza usare le mani,
voglio i frutti delle antipatie e
isole di promesse di beltempo maltenute

(Io voglio) risposte d’aiuto,
appena domando d’aver capito
ed il dolore degli altri come antidoto della felicità
grondante
voglio almeno dieci rime
ogni mille pagine

Voglio anche mille donne a mille metri
e con le spalle assassinando, i miei orizzonti dolcemente, voglio il succo di due rette
aperte:

ma più di tutto voglio
il contratto di volere, che è che più ti chiedi
e più ti fa avvizzire,
e dunque:

io voglio incunearmi, al centro della membra
e lì lasciarmici annaspare
ed in cambio mi offro, continuamente,
a rifluire

lanzarote, famara

il vento

Il vento è tutto
il vento è la mia sagoma che ti rema contro amore,
untuoso intessitore
di nodi in gola

Il vento è servo di ciò che è e
monastico pavone di ciò che fa

Perché il vento è tutto
ma soprattutto qui è una mancanza:
silenzioso e vacuo, urgendo nei siti della mia memoria parla di te amore.

Il vento è tutte le carezze che non m’hai dato
sciupando nel futuro (alacremente sopra il letto) il fiorire d’un amore che
solo nel presente, potendoci, sbocciava.
Il vento è il fuoco che m’hai dato
senza bruciarmi dentro
e adesso mi riaccendo, con questo inverso vento

lanzarote, famara

martina

Martina, che gambe troppo lunghe
e che occhi di pizzo hai,

è strano lo sforzo
di darti sotto la sabbia.

Se solo l’uomo nero non m’avesse cacciato
se solo,

avrei trovato rifugio
dentro lo sguardo sorridente del tuo vestito (?).

Che capelli lunghi, ed io cito
tutto ciò che citato amaramente,

scavando le tue cosce,
tristemente t’addolcirebbe.

Ma un vestito troppo stretto
elasticamente indossa il nostro pasto, nonostante

l’ondeggio dei tuoi bassi soli,
e allora ti lascio sola.

Ed un poco rassomigli ad il poeta
messa (a nudo), e comunque deluso;

ma io ho la mia assicurazione: è acqua e cibo gratuito
ed in cambio prendo un bacio sull’udito

d’una membra sorda di notte,
ai tepori altrui

lanzarote, teguise

le onde

Le onde s’allungano,
cerchiano.
Arrivano quando le guardi,
cambiano e spumano
e corrono senza traguardi

Il traguardo è la morte
e noi le invidiamo (perché)
si comportano come bambini che
si comportano con la sorte

Sussegue se stessa, un’onda, e quell’altra
un’onda è montagna cavalletta d’acqua se vista dalla terrazza

Dai le spalle alle onde,
e un’onda torna assieme alle altre,
come ogni cosa riposta di lato
torcendoci, su di noi ottusamente, e riparte

lanzarote, playa honda

Non giudichiamo un fiume perché ha troppi affluenti
e non commentiamo il mare per le troppe acque
la spuma delle onde per le troppe schiume e
il cielo per le mille stelle

così noi non giudichiamo un uomo per le sue molte passioni, cento pulsioni,
o per i suoi infiniti interessi, futuri, pregressi
Non gli diamo mai una via d’uscita dal modo della sua vita
e mai lo obblighiamo a scegliere
tra le sue tre scarpe e il nostro seno

E allora a questi uomini diciamo bene
e non lasciamoli soli
o rischieremo d’udire il canto degli avvoltoi
guardando i girasoli

Perché essi sono cercatori
scavano nell’aria
cercano nulla
sapendo che lo troveranno

Essi sono fragili,
contro il frastuono dello sguardo torvo,
ma fanno sorgere la luna
dentro ogni nostra tentata fuga

E allora accudiamoli dentro teche di fibre di cuori
perché questa nostra corsa ha bisogno
più di cercatori
che di trovatori

ancona, piazza roma

basta mentire
in amore
vale più uno schiaffo senza vittima
che una poesia di parole
dolci
l’amore non ha misura in parole
ma in sudore, pugni, capriole
l’amore non è amore
è una carezza elettrica
e dita ossute
e pance vuote
melograni
dinamite

ancona ?

la mia urgenza creativa
è un meteorite
rotto

non brucia,
non incanta
non schianta.

è suonatore d’arpa
coi guanti del chirurgo
che m’ha scordato il cuore,

una malattia
che fa vivere più a lungo
e senza respirare,

è stilografica monouso
da poeta
militare

🔴

ancona, piazza roma

a volte, camminando,
mi sembra d’essere io una strada che cammina

mi percorro
e ogni piccola mattonella che scalpìccio,
è una dolce cicatrice di cui m’insegue l’orma

compio un passo avanti,
ed uno dentro

mi eclisso dell’esterno,
sorrido,

sverno

🔴

ancona, viale della vittoria

ho spalancato la finestra,
per te

per ogni mio morso
che ti carezza

ogni graffio d’ogni bacio
sulle dita

ogni tuo odore onda
che devotamente
m’affoga

non esisti
ma sei sempre

mancanza,
prontamente

🔴

ancona, piazza roma

Che se ne fa il poeta
della poesia perfetta?
L’amante
del grande amore,
la pianta
del suo fiore.
Il soldato
della vittoria,
che se ne fa
il pirata del bottino
l’uomo
del destino.
Il meglio
non deve
ancora
venire

🔴

ancona, via sabotino

Come rigagnoli d’oceano
Scorrono in cerchio le lacrime
sulle mie guance,
smosso è il fondale della mia verde faccia.
Crucciata la mia fronte,
è dune bruciate dall’arso del dolore
poichè il sole mi è contro,
Apollo!
Fai pezzi d’un uomo senza sfiorarlo.
E dopo mille e mille onde
e mille e mille giorni
forte è la mia mano
Zefiro del mio dolore
scacciando la Bonaccia dal mio cuore

Ulisse non ascolti il proprio imploro e,
con un fendente solo:
Itaca, di nuovo

🟢

ancona, piazza roma

dobbiamo proteggere il malessere
proteggerlo dall’amicizia e dalle risa fuori
dal sorriso
dobbiamo proteggerlo da amori diurni
dal sesso gratuito
dobbiamo proteggere il malessere dalla televisione
dalle camminate lunghissime
dalle ostriche e dal vino frizzante
l’ardere dobbiamo proteggere
dalle maree temporanee,
male dobbiamo pensare
e malessere dobbiamo fare

dobbiamo fare il malessere
e farlo ancora,
replicarlo
portarlo a scuola.

Dobbiamo proteggere il malessere
da noi stessi,
poichè per stare bene sempre
sempre eviteremo di stare sempre bene

ancona, piazza roma

prendiamo sempre ogni pregio
e qualche difetto
dai nostri genitori.
io ad esempio
bevo sempre un bicchiere d’acqua
dopo un litro di vino
come mia madre

ancona, via orsi

due labbra come agrumi
dell’albero restìo a diventare arido
offro dieci volte dieci volte sesso
per quest’umido contatto
e
come la iena caccia solo per mangiare
voglio donne solo per baciare
e
abbandono il mio ego
ed i suoi amanti,
per un attimo soltanto
con due lingue sotto ai denti

ancona, piazza roma

rugosi, scogli
sabbiosi i sassi.
lunghe e puntute le ombre:
unto, il mare.

bisbiglio nel microfono rettangolare
nel mio cervello

arguto, il mare:
rumori ammaestrati,
squali calvi
senza pinne

mai domo, il mare,
brasiliano il suono e
salendo a fondo,
un senso diamo
un senso gli do

ancona, spiaggia della vela

zuppa e birra
perchè odi zuppa e birra?
potremmo fare tutto
spremute d’arancia ogni mattina..

è il mio modo di parlare con dio
zuppa e birra,
lasciami incedere nei tuoi occhi,
se solo avessi lo spirito più lungo dei capelli,
potresti

e invece hai la testa, lunga
e la schiena dritta
un neo sensuale,
un sorriso troppo
placido,
boicottante

un uomo piange sempre
quando deve scegliere
per
una
donna

ancona, via sabotino

Rifugge il pensiero
chi cerca intuito
e mi ritrova sempre
muto, sordo, assorto

ancona, via sabotino

Ogni mio pensiero,
per un respiro
ma,
un sospiro
Ah
ogni mio pensiero
per un
respiro

ancona, via sabotino

i miei amici sono pensierosi
ed io anche un po’
tengono le mani in tasca e
scuotono la testa coi capelli tagliati,

gambe incrociate
mentre mi dicono pensieri
e si crucciano,
che non vengano a me

o parlano di donne o di lavori
e della fortuna e dello spirito,
preoccupati che non esista o esista troppo,
ora che sono liberi
di uscire.

alcuni non pensano
e costruiscono,
ma tutti, o quasi, beviamo.
ci preoccupiamo di far galleggiare la faccia
e affogare la testa,
fiori che fremono di sbocciare
in mezzo ad un incendio.

perchè tutti cercano
la strada,
lucciole di giorno,
s’è invisibile
prima d’essere battuta?

ancona, via sabotino

La mia sessualità
è fuggita,
se l’è data a gambe
tra le gambe di un altro

non credo mi mancherà,
altrimenti sarebbe ancora qui.

Che puoi farci,
la testardaggine di vederti
e compiacerti
nonostante le sferzate da ogni coscia,

vale la condanna.
Si va a fondo
senza fare troppi danni, come petali,

è pieno di dèi intorno a noi,
nella fila al mercato
nei visi delle madri
tristi,
nella ghiottoneria

non serve a molto cercarli,
l’universo può essere buio

e lo specchio,
illuminato.
in ogni superficie, guardati

perditi, non ti fiuterai spesso
ma poco sguardo è sufficiente per andare a fondo

e
respirare

ancona, via sabotino

Non riesco ad accettare,
anche se sembrerebbe bellissimo,
che ciò che scrivo
sia frutto di ciò chè stato scritto

e ciò chè stato scritto
sia frutto di ciò che fu scritto.
È difficile accettarsi
repliche dell’irripetibile:

avvinghiati alle differenze restiamo
impavidi e obbligati per darci del me stesso

ancona, via sabotino

che pessima accoglienza
hai avuto dal mio amore
Avevamo detto di non avvicinarci
troppo, o lo dissi io?

Cerca di evitare, per favore,
di parlarmi,
non posso più scrivere
poesie così brutte

ancona, via sabotino

hai intenzione di insegnarmi
cosa sia amare
hai gli occhi blu oggi,
ieri

ultimamente molte cercano di insegnarmi
cosa sia amare,
ma io credo di saperlo
già

è farsi piccoli
come una formica
luridi
come uno scarabeo
duri
come un albero

amare, non
è amore
amare è tutto
amore è due, forse tre massimo quattro

ed io,
ho fatto troppo l’amore
e troppo poco
l’amare

ho visto un albero
e gliel’ho chiesto
m’ha detto che amare
è un altro albero bruciato
e amore,
una foglia propria

ma le donne che conosco,
non sanno cosa sia amare

ancona, via sabotino

ho la testa di uomo
che,
cerca e
affoga ai bordi del cesto del pozzo
va sempre a fondo
a fondo
a fondo,

il corpo invece è
notturno, meno bagnato,
andando flotta,

contemplamente
accontentarsi
di
superfici
profondissime?

ancona, via sabotino

una cosa della vita
è che non ci sono verità assolute,
una della poesia
è ch’è tutta verità assolute

e per una manciata di righe
brevi bugie
per viver le
altre

ancona, via sabotino

e ogni poeta
deve stare accorto

a scrivere da vivo
e a vivere da morto

o avrà vissuto poco
e scritto troppo

ancona, via sabotino

siamo proprio come panni stesi
ma non perchè stiamo al vento
o appesi
no

siamo proprio come panni stesi
c’è bisogno di qualcuno per indossarci
per lavarci
per asciugarci

e sperando non ci sporchino troppo spesso,
la centrifuga
ci piace

ancona, via sabotino

cazzo cazzo, cazzo,
cazzo.
cazzo
cazzo,
cazzo cazzo cazzo cazzo

ancona, via orsi

raccolgo il fogliame secco
oggi, poche volte qualcosa di così voluminoso
è anche così leggero

raccolgo il fogliame secco
di un giardino non mio
dove non batte il sole
e in cui non si abita

penso ai ragni e ai lombrichi
tra le foglie,
spero che il merlo  li salvi

ancona, via sabotino

il divano è comodo se viene aperto
e molto scomodo da chiuso
come un occhio.

sulla sinistra c’è acqua sobbollita e gialla
sembra una mela di cera

stasera
ho
mangiato
troppo
fatto
troppo
senza
alzarmi dal divano
troppe
colombe
nella
serra
del
mio
sesso
troppa
grappa
pochi
atomi
a
tirare
il
mio
carrello

e finalmente
questo scrivere mio
sulfureo
del mio pensare
l’unica forma mia
di percepire,
sfiorisco con un
“breve volo senza direzione precisa”

ancona, via orsi

mangiamo, beviamo, dormiamo, beviamo
andiamo avanti così

non nascondo di
non amarti,
tutto è perfetto per me
tra le guance a spillo del pianeta
succhiando aria dal tubo della stilografica

l’amore,
è solo tutto il resto, no

ma tu invece
soffri
parli di te stessa come di
un cavallo da corsa con 5 zampe senza fantino,
che sarei io,
e infine mi scacci,

m’abbandoni, mi scrivi:
in fondo
la vita
è solo tutto il resto

ancona, via trieste

ho un amore che è finzione
di qualcosa d’irreale,
è talmente contraffatto
che m’illuderà d’amare

ancona, piazza roma

è la seconda volta ormai
che dopo avermi
mi accogli nella bocca timida
e poi m’abbandoni prima di trovarmi

così il mio sesso è un animale
fermo
sotto i panni stesi gocciolanti
d’un filo del discorso perso,

stai rischiando grosso indiana nuda

ancona, via orsi

l’incostante presenza
di un uomo
è un pezzo rotto
in due, e quindi, dal valore doppio.

perchè un sole sempre alto
svilisce ogni altra luce
e allora io scrivo d’un buon ricordo che non esiste e
non voglio che ne leggiate

ancona, via orsi

sono
cane

sotterro frasi su queste righe
come un cane nasconde ossi in giardino
entrambi sperando in future sorprese

ma lui lo fa per fame
ed io per sete

ancona, via orsi

si può scrivere poesie su ogni cosa
perchè c’è poesia in ogni cosa
o basta avere immaginazione,

si può scrivere poesie su ogni cosa e
tutti possono scrivere poesie su ogni cosa,
ci vuole un poeta per scrivere poesie

ancona, via orsi

che dovrei fare se
le mie pulsioni hanno anime tremolanti
e i miei tremori
origini dolci

tutto è un calcolo sbagliato
dio, dio, dio,

viviamo di poco
moriamo d’infinito

monaco

Con calma
spelliamoci d’intenso
amore

gettiamoci dal fuoco
su dal burrone
sopra la tempesta
nel pieno del vuoto
oscilliamo rapidi
tra le passioni dell’agire e
gli spazi del guardarci

richiudiamo il tumulto
nelle nostre scatole craniche?

ancona, piazza roma

scrivo, scrivo, scrivo.
scrivendo mi nascondo ciò c’hè scritto,
così
colgo rose senza spine
per non restare troppo uomo

ancona, piazza roma

ogni dolore è passeggero
e se non è passeggero allora è poetico
il che lo rende decisamente peggiore
un non dolore,
come amore

ancona, via orsi 19

ho timore di vederti nuda
perchè vestita mi piaci molto
sei soda dentro i vestiti e
sorridente con occhi scavati

sei meglio sicura di te
non più sicura,
ma sicura in migliore maniera.
nuda
la tua sicurezza è frettolosa e goffa
come un cinghiale

ancona, via orsi 19

un uomo umbràtile,
illuminato
ripeteva di non esistere
ancheggiando di bicchiere in bicchiere
aveva un libro rosso
sta bene

ancona, via orsi 19

www.incoraggeria.it
www.insulteria.it
tutte le illustrazioni sono in vendita da Papier, ad Ancona

Casa

www.incoraggeria.it
www.insulteria.it